Il tubare che ha messo fine al silenzio della tortora

Ṣabāḥ al-Anbārī

Iraq – Australia

Traduzione di Asma Gherib

 

A tutte coloro che hanno atteso a lungo i loro colombi.

E a mia moglie con affetto e fedeltà.

 

Gli attori mimi:

Una donna trentenne;

un uomo-ombra: una figura appartenente al teatro d’ombre;

tre uomini.

 

 

Vengono spente le luci e, mentre regna il buio, si muove gradualmente un lume fievole e malinconico accompagnato dal tubare dei colombi. Accanto ad un tavolo sopra il quale sono messi due bicchieri di una spremuta d’arancia, appare seduta una donna trentenne, e davanti a lei c’è una sedia vuota, mentre dietro, si intravedono due finestre a forma di rete di ferro dalle quali la donna si affaccia di tano in tanto. Per adesso lei sta leggendo Via col vento, il romanzo di Margaret Mitchell ed è al contempo attirata dal tubare dei colombi, chiude il libro, lo abbraccia, si alza, si avvicina alla parte bassa del teatro mentre ascolta il verso dei colombi. I momenti del silenzio musicante vengono improvvisamente interrotti da rumori di esplosioni forti ma lontane. La donna salta, corre verso la prima finestra, poi verso la seconda mentre le luci lampeggiano ogni volta che si sentono vicini le esplosioni. La donna è impaurita, corre spaventata in tutte le direzioni in cerca di proteggere se stessa. Respira profondamente e torna a sedersi al suo posto, apre il romanzo e prosegue la sua lettura. un’altra volta sente i versi dei colombi, e mentre solleva la testa sente improvvisamente il rumore assordante di colpi battenti sopra un tamburo gigante. Si alza di nuovo, corre verso la prima finestra mettendosi ad ascoltare un gruppo di persone in marcia veloce simile a quella dei soldati. Si sposta verso la sua sedia, contempla il bicchiere posato sul tavolo, lo prende, lo accarezza, sorride e poi nella zona del teatro d’ombre sita tra le due finestre, vede l’ombra di un uomo che sembra sedersi di fronte a lei, le fa un cenno con la mano e lei ricambia il gesto sollevando il suo bicchiere. Bevono insieme contemporaneamente, e dalla mano dell’uomo-ombra cade il bicchiere, si rompe e, la donna si alza, si dirige velocemente verso gli spettatori e quando si gira vede scomparire l’uomo dalla zona del teatro d’ombre… si sentono ancora più forti i rumori delle genti che corrono velocemente. (Lei segue i loro movimenti sia con la vista che con l’udito in modo crescendo).

Nota: (Si può anche scegliere di far apparire il gruppo delle genti in corsa nella zona del teatro d’ombre, quindi di orientarle verso l’alto nell’orizzonte lontano).

Il rumore dei piedi in corsa scompare gradualmente (decrescendo), mentre da lontano si sentono le voci bisbiglianti di un coro che provoca una profonda sensazione di tristezza e di separazione. La donna comincia una volta a piangere e un’altra ad asciugare le lacrime. Si ricorda della sedia vuoto, la guarda con tenerezza, si avvicina, la accarezza con delicatezza e amore, fa un profondo sospiro e all’improvviso sente il rumore del cadere di oggetti metallici sul pavimento, quindi corre verso il centro del teatro, si gira, corre nuovamente a destra, guarda verso la zona delle quinte, impaurita fa prudentemente dei passi indietro verso la metà del teatro, si gira, corre a destra e a sinistra, guarda verso le quinte, poi verso l’alto e poi si ferma un po' accanto alla zona del teatro d’ombre, ci sono delle forme non chiare e senza sembianze… La donna scappa correndo in tutte le direzioni, gira intorno a se stessa, cade per terra, e le luci cominciano a scomparire gradualmente fin quando non regna il buio.

Il teatro viene illuminato in modo graduale. La donna solleva la testa mentre intorno a lei si sente una musica Horror che la fa spaventare sempre di più. Al rumore della musica si sente il chiasso assordante di portoni in ferro che si aprono e si chiudono. Dallo spazio del teatro scendono due cancelli di ferro della stessa misura delle due finestre precedenti. Al centro del teatro si cerca di unire le griglie delle finestre a quelle dei cancelli per trasformare il teatro in un carcere. Infatti, la donna osserva il movimento delle lance in ferro, cerca di toccarle e di sradicarle dal loro posto, ma non riesce. Tenta di trovare una fessura dalla quale uscire, guarda verso l’alto, prova di arrampicarsi su uno dei cancelli ma i suoi tentativi risultano vani. Si siede in posizione accovacciata, ascolta il verso dei colombi, si alza, torna alla sua sedia, si siede e si mette a guardare la sedia vuota di fronte, prende il libro e non appena inizia a leggerlo sente il bisbiglio di un coro accompagnato dalla marcia funebre di molte persone. Alcuni uomini attraversano la zona del teatro d’ombre mentre sollevano sulle spalle la salma di un uomo sconosciuto. Lei li segue cercando di capire di che si tratta, poi torna al suo posto addolorata ed afflitta. Guarda il bicchiere posato accanto al suo, lo solleva, lo contempla e lo rimette al suo posto. Torna alla sua sedia, apre il libro e prima di iniziare la lettura sente delle voci strane e preoccupanti. Guarda in tutte le direzioni, si muove con prudenza verso destra e poi fa dei passi indietro dove trova un uomo brutto e di bassa statura. Scappa verso sinistra, torna indietro mentre le si avvicina un altro uomo più brutto del primo, quindi fugge verso il centro del carcere e urta un terzo uomo che sembra essere un mostro. Fa dei passi avanti e i due uomini brutti si avvicinano al tavolo, bevono con un solo sorso la spremuta d’arancia, lei cerca di proteggere i bicchieri ma loro due la spingono forte facendola cadere per terra e buttano incuranti i due bicchieri nella zona delle quinte. Mentre la donna è ancora buttata per terra, i tre uomini si avvicinano a lei e si fermano accanto al suo corpo …Nella zona del teatro d’ombre, sullo schermo si vede una piccola macchia di luce bella, colorata e circondata da tante macchie di luce più grandi. Uno degli uomini si siede accovacciato vicino ai piedi della donna e tende la mano cercando di toccarla, mentre lei striscia lontano verso la parte alta del teatro, le macchie di luce cercano di contenere la macchia colorata, e l’uomo camminando carponi, vuole estendersi su di lei. La donna scappa ancora, le macchie di luce si sparpagliano lasciando libera la piccola e colorata macchia. L’uomo-mostro si gira verso la donna e in posizione accovacciata fa un cenno ai due altri uomini per prenderla dalle mani e bloccare di conseguenza i suoi movimenti. Le macchie di luce tornano ad avvicinarsi alla macchia piccola. Il respiro della donna diventa più forte, lancia un grido d’aiuto lungo e assordante. Si spengono le luci mentre la piccola macchia continua a lottare contro le macchie grandi sino alla fine dell’urlo della donna.

Regna il silenzio per un periodo breve prima che si accendino le luci in modo graduale. Nel frattempo si vede seduta la donna accanto allo stesso tavolo e davanti a lei ci sono gli stessi bicchieri. I suoi capelli sono disordinati, il suo volto pallido e gonfio e i suoi vestiti sono scomposti.

Nella zona del teatro d’ombre appare il suo amato, ma lei non lo nota. Lui, per attirare la sua attenzione, avvicina le mani alla bocca, e soffia dentro imitando il verso dei colombi, lei gira finalmente la testa verso di lui, entra impaziente nella zona del teatro d’ombre, si siede accovacciata davanti a lui, mentre si comincia a suonare della musica valzer. La donna tende le sue braccia verso il suo amato, si alzano, lo tira verso il teatro, entrano e si siedono sopra le due rispettive sedie, bevono la spremuta d’arancia. Lei, tende la mano a lui e cominciano a ballare insieme con gioia immensa fin quando non vengono interrotti dal colpo forte di un piatto crash, quindi si svegliano dalla loro felicità e, l’uomo torna verso la zona del teatro d’ombre, lei lo segue, lui abbandona il luogo, lei lo saluta e torna alla sedia, contempla il suo bicchiere, gira intorno alla sedia, un altro colpo di piatto crash, vengono fuori i tre uomini lanciando un grido forte dietro le sbarre e cominciano nuovamente a disturbare la donna circondandola da tutte le direzioni, lei sale sul tavolo e si lancia verso la terra dando colpi ai ferri del cancello. I tre uomini si ritirano con aria trionfante, lei abbassa la testa, e quando inizia a piangere sente il grugare dei piccioni un’altra volta, quindi solleva la testa, guarda verso lontano, prende il romanzo Via col vento di Margaret Mitchell, inizia al leggerlo mentre svanisce la luce gradualmente (Fade out) e continua il tubare dei colombi sino alla fine.